Mareggiata 2018: Outdoor Portofino oltre la tempesta
Un anno dopo la terribile mareggiata che ha duramente colpito il golfo del Tigullio proviamo a riflettere sulle cause di un evento tanto estremo per il nostro territorio e riportiamo le testimonianze di alcuni membri del Team Outdoor Portofino.
“E vidi salire una bestia dal mare…”
I primi versi dell’Apocalisse mi vennero in mente la notte tra il 29 ed il 30 ottobre 2018 mentre assistevo impotente alla devastazione del porto di Rapallo.
La diga di protezione era stata sfondata nel pomeriggio dal mare in tempesta ed il centro storico della città si stava allagando. Acqua salata scorreva tra le vie cittadine come un fiume impossibile.
Le onde raggiungevano altezze vertiginose e crollavano come valanghe. Il vento continuava a crescere di intensità senza tregua.
I grandi yacht ormeggiati nel porto, rotto il loro ormeggio, iniziarono una danza incontrollata nel golfo, affondando tra le onde o atterrando violentemente sul litorale.
Nelle narici sento ancora il puzzo forte della nafta e nella mente mi ripetevo quelle parole, una bestia che saliva dal mare.
Il giorno dopo lo scenario surreale ci lasciò tutti sgomenti e affranti, feriti nel profondo.
La mareggiata ha segnato la vita di tutti noi che abitiamo questo territorio, da Portofino a Santa Margherita Ligure, Rapallo, Zoagli ed il Tigullio orientale.
Outdoor Portofino è una realtà che vive il mare ed il territorio tutto l’anno in qualsiasi condizioni meteo, la mareggiata ha avuto un’influenza importante anche su di noi, sulle nostre scelte prese e su quelle future. Spesso ne abbiamo parlato, così ho voluto raccogliere le nostre testimonianze in questo articolo, un anno dopo l’evento.
Come si è potuto generare un evento meteo marino così straordinario?
Risponde Luca Tixi
Nel Mar Mediterraneo ci sono condizioni geografiche che consentono la formazione di eventi di questo genere.
Onde e vento possono percorrere indisturbati parecchie miglia prima di incontrare terra e acquisire energia e potenza. L’altezza dell’onda significativa era di circa 6-7 metri con picchi massimi fino ai 10 metri (dati della boa ondametrica di Capo Mele, Imperia).
Il fattore eccezionale è stato l’innalzamento della quota idrometrica di quasi 1 m. La forte depressione che ha generato queste onde è arrivata da Sud mentre solitamente in Liguria le perturbazioni arrivano da Ovest. Questa anomalia ha generando il cosiddetto “storm surge”, un fenomeno tipico degli Uragani tropicali. Ciò ha permesso alle onde di impattare sulla nostra costa partendo da un livello di “marea” molto superiore al livello normale.
(grazie ad Alessandro “Sasha” Benedetti, ricercatore del CNR e autore del libro “Wave Watching, lo spettacolo delle mareggiate in Liguria” esperto per avermi aiutato in questo approfondimento)
Come è stato il “day after” per Outdoor Portofino?
Risponde Luca Tixi
Ricordo che mi sono svegliato all’alba dopo una notte passata quasi in bianco e immediatamente ho acceso il telefono.
Portofino isolata, la strada crollata
Le immagini che venivano condivise online erano terribili, la strada tra Portofino e Santa Margherita Ligure era crollata e Paraggi isolata. Non avevo alcuna idea di cosa avremmo potuto trovare a Niasca, confidavamo speranzosi nel ridosso della piccola baia.
Con Giuseppe sono sceso da Nozarego a piedi, passando per i sentieri del monte di Portofino via Gave.
Paraggi era quasi rasa al suolo.
Niasca, la nostra sede nautica
Velocemente ci siamo diretti verso Niasca e, con un sospiro di sollievo, abbiamo constatato che la casa che ospita la nostra base nautica aveva retto senza subire danni strutturali.
La spiaggia era in condizioni disastrose, ma nulla che non si potesse ripristinare con del duro lavoro.
Rientrati a Nozarego siamo saliti in macchina in direzione Monterosso, dove si trova la nostra sede delle Cinque Terre.
La devastazione del Porto di Rapallo
Arrivati a Rapallo per prendere l’autostrada siamo rimasti attoniti. Non potevamo credere ai nostri occhi. Sembrava una zona di guerra, c’erano imbarcazioni affondate ovunque. Yachts spiaggiati sul lungomare. Una barca a vela dentro ad un ristorante.
Era tutto vero.
Monterosso e le Cinque Terre
Arrivati a Monterosso abbiamo trovato i nostri kayak accartocciati intorno ad un palo, in una zona in cui non credevo potesse arrivare il mare. Siamo riusciti a recuperarne alcuni ma ne abbiamo persi tre.
Esausti siamo rientrati a casa per fare la conta dei danni e abbiamo tirato un sospiro di sollievo, tutto sommato ne eravamo usciti abbastanza bene ma eravamo consapevoli tuttavia che il vero danno per noi sarebbe stato l’isolamento.
Come avremmo fatto senza la strada? Quanto tempo per ricostruirla?
Da subito abbiamo capito che per uscirne avremmo dovuto lavorare tutti insieme, un territorio unito, senza mai smettere di crederci.
E così è stato.
Come ha reagito il Team OP nel dopo mareggiata?
Risponde Giuseppe Debernardi
Inizialmente il senso di smarrimento è stato forte, proprio il mare che amiamo così tanto in poche ore ha distrutto la costa ed ha isolato la nostra sede di Niasca insieme a Paraggi e Portofino.
Ricordo che nei momenti successivi al cataclisma nessuno capiva esattamente l’entità dei danni e dell’evento stesso. Regnavano sconforto e rassegnazione. Quello che forse ci ha aiutato è stato capire che qualcosa sarebbe dovuto cambiare rispetto al passato. Avevamo il timore che la strada provinciale di Portofino non potesse essere costruita per la stagione successiva.
Il cambiamento porta nuove idee…
Il Team OP decise di incontrarsi per un brainstorming.
Ricordo che uscirono idee e proposte tra le più disparate, la mareggiata passata ci aveva unito e aveva tirato fuori da ognuno di noi energie che non pensavamo di avere.
Il nostro HUB di Santa Margherita Ligure e il noleggio delle biciclette sono nati quel giorno.
L’HUB ora è un punto importante di collegamento per le nostre attività e per nuovi rapporti sociali ed istituzionali.
Avete presente quell’erbetta sana, tenera e verde che nasce sulla terra dopo un incendio?
Quella è la Natura e noi ne facciamo parte.
Dopo la mareggiata come sono cambiati il territorio e l’ecosistema marino?
Rispondono Angelo Bertora e Sara Guaraglia
Per quanto riguarda il territorio, hanno subito modifiche e danni i manufatti umani, per esempio il porto di Rapallo e la strada provinciale tra Paraggi e Portofino, distrutti a causa della mareggiata e ricostruiti a tempo record.
Grandi cambiamenti sulla morfologia naturale della costa non sono stati rilevati.
Per quanto riguarda l’ecosistema marino, la mareggiata ha dato il colpo di grazia ad organismi già indeboliti per fattori biologici e batterici.
Per esempio la Pinna Nobilis si è praticamente estinta. Temevamo molto per la sorte delle praterie di Posidonia Oceanica perché il forte moto ondoso ha depositato sui fondali numeroso materiale e detriti, ma la Posidonia durante l’estate ha comunque avuto la forza di uscire dalla sabbia e crescere. Attualmente abbiamo ancora una buona prateria nella baia di Paraggi.
Studiare l’importanza di questo tipo di eventi sugli ecosistemi marini non è mai facile perché non si hanno dati subito precedenti all’evento.
Nel caso della Posidonia l’Università di Genova aveva dei dati rilevati nel 2017 nel Tigullio occidentale. Le praterie di San Michele di Pagana e Santa Margherita Ligure sono state esaminate subito dopo la mareggiata, quindi la valutazione del danno ambientale poteva essere accurata.
Purtroppo è emerso che le praterie di Posidonia Oceanica tra San Michele di Pagana e Punta Pedale si erano ridotte del 50%.
Nicola, tu hai iniziato la tua esperienza con Outdoor Portofino dopo la mareggiata, che cosa ha significato per te?
Risponde Nicola Brignole
Il crollo della strada statale di Portofino ha portato numerosi disagi ma anche molte idee e spirito di adattamento. Una di queste idee è stata l’apertura del nostro HUB a Santa Margherita Ligure, dove noleggiamo e-bikes e biciclette “tradizionali” ma anche kayak, Sup (stand up paddle boards) e organizziamo corsi, eventi e sessioni di yoga.
Sono entrato nel Team Op proprio in funzione dell’HUB, quindi posso dire che, grazie al coraggio e alle idee dei ragazzi di Outdoor Portofino, un evento catastrofico come questo si é potuto trasformare in nuove opportunità di lavoro e un modo diverso di vivere il territorio.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Risponde Daniele Laiosa, meteorologo previsore e presidente di Limet
Le ondate di caldo africano portate dall’anticiclone sub-tropicale sono aumentate di intensità e durata, sostituendo in toto l’anticiclone delle Azzorre che un tempo componeva la classica configurazione dell’estate mediterranea.
Tutto questo viene convertito in un maggiore calore immagazzinato dal mare che poi rilascia lentamente durante la stagione autunnale.
Siamo ormai abituati ad assistere a condizioni simili all’estate anche nei mesi di Settembre e Ottobre e questo contribuisce a rallentare la dispersione di calore quindi ci ritroviamo a questo punto dell’anno con un surplus energetico.
Eventi metrologici significativi degli ultimi 10 anni in Liguria:
Chi sostiene che mareggiate ed alluvioni non ci sono mai state afferma il falso. La storia è costellata da questi episodi. Soprattutto nell’ultimo decennio l’escalation di episodi consecutivi anno dopo anno è aumentata in maniera impressionante.
- 2010 l’alluvione di Varazze e Sestri Ponente.
- 2011 due alluvioni devastanti, una alle Cinque Terre e l’altra a Genova.
- 2012 a Sestri Levante.
- 2013 esondazione dello Sturla a Carasco.
- 2014 ha visto diverse alluvioni consistenti nel Tigullio orientale.
- 2015 Val d’Aveto, colli piacentini e Val Nure.
- 2016 ed il 2017 sono avvenuti eventi minori, ma comunque rilevanti. Come il down burst sul Tigullio.
- 2018 con la grande mareggiata di cui stiamo parlando.
Non é possibile trovare nella storia climatica un decennio con così tanti episodi di estremo maltempo ravvicinati.
E colpa del cambiamento climatico?
Le grandi mareggiate che hanno interessato la nostra area avevano un tempo di ritorno duecentennale. Ma nel ventennio 2000-2020 abbiamo assistito a due eventi disastrosi.
E’ chiaro che a questo punto, incrociando tutti questi dati, il cambiamento climatico si sta purtroppo esprimendo in maniera decisamente chiara.
Articolo scritto e curato da Simone Casellato (membro del teamOP)